Da quando è stato messo online il sito, ogni settimana mi riprometto di scrivere sul “rice-diario”, una parte del sito fortemente voluta dalla sottoscritta.

Per due motivi:

Il primo è che volevo un “luogo” dove poter scrivere.
Mi è sempre piaciuto scrivere.
A volte ne sento proprio la necessità, che sia su un quaderno con la copertina carina, sulle note del telefono o sulla tastiera di un computer.

Il secondo motivo è più romantico: volevo portare con me il mio vecchio adorato blog.
Perché è da lì che tutto ha avuto inizio.
È da lì che sono iniziate le avventure di questo cucchiaio colorato.
È da lì che ho capito che la passione per la pasticceria poteva trasformarsi da piacevole passatempo a professione a tempo pieno.
A volte l’ho trascurato o messo da parte, ma lui c’è sempre stato.
Sono particolarmente legata al blog, dovevo portarlo con me e continuare e prendermene cura. Glielo devo.

In questi giorni ho capito che è proprio per l’affetto e la riconoscenza che ho nei suoi confronti che non riuscivo a riprendere a scrivere.

Perché mi mancava un pezzo.

Infatti quando è stato “trasferito” il blog sul sito, è stato possibile copiare i post e gli articoli, ma non la pagina della bio.
Io sono molto affezionata a quella pagina, al punto che non è mai stata modificata, anche quando avrebbe avuto bisogno di aggiornamenti.

Allora mi sono detta: se, in qualche modo, riesco a trasferire la bio del blog anche qui, allora spezzerò il sortilegio e potrò riprendere a scrivere.
(Logico no?)

Qualcuno non capirà, qualcuno potrebbe considerarlo un post inutile, ma io devo farlo.
Forse sono una nostalgica, forse non riesco a lasciare andare, forse mi affeziono a tutto, anche alle bio.

Ma io devo farlo.

Quindi ecco qui, copiata e incollata, la mia prima bio:

C’era una volta in una terra, ahimè, non abbastanza incantata, una fanciulla di nome Martina.

Era nata in un tiepido aprile del 1986 in una cittadina toscana circondata da verdi mura e conduceva una vita tranquilla e spensierata in una casa vicino al fiume.
Un giorno la giovane, mentre stava passeggiando, si trovò di fronte ad un fitto incrocio con molti cartelli che indicavano luoghi a lei ignoti: Villaggio di Medicina, Contrada di Lettere, Feudo di Ingegneria, Fazione di Biologia e così via.
Martina decise di seguire la strada che portava al Castello di Giurisprudenza.
Era un castello in pietra grigia, imponente ed austero.
Martina cominciò a gironzolare per il grande atrio, c’erano dei giovani con soprabiti griffati, valigette di pelle e buffe calzature con una strana suola rialzata di gomma.
Nessuno le prestava attenzione, ma ad un certo punto le apparve un’anziana signora che le disse:

 <<Se vorrai uscire dal grigio castello
di molte prove dovrai sopportare il fardello:
diritto commerciale, amministrativo e privato,
la costituzione da sapere tutta d’un fiato.

Per non parlare delle due temute procedure!
valorosi giovani sono caduti sotto la loro scure.
Ma non ti rattristare, fanciulla cara! 
voglio farti un dono con una particolarità rara:
ogni volta che supererai una sfida con coraggio e valore
la tua chioma dall’arcobaleno prenderà un colore,
giallo, turchino, verde e rosa,
affinché tu riesca a trovare tu-sai-cosa!>>

Martina non fece in tempo a domandarle cosa avrebbe dovuto trovare, che la donna si dileguò nel nulla.

La fanciulla iniziò le tenaci battaglie, le sue minacciose armi erano enormi codici, una costituzione piccola ma tagliente, quaderni con appunti micidiali e sbobinature assassine.
Gli anni e gli ostici scontri si susseguivano, così come i vivaci colori sui capelli della donzella, e la stanchezza ben presto si fece sentire: le sfide per Martina erano sempre più pesanti, aveva la costante sensazione di essere fuori posto e il Castello le sembrava ogni giorno più grigio.
Un bel dì però, un po’ per caso e un po’ per destino, Martina cominciò a cancellare quel grigiore con teglie di muffin e cupcakes colorati, torte decorate e biscotti di ogni tipo.
Per lei fu una ventata di ottimismo e forza, le sembrava di vedere con occhi più luminosi, di respirare aria più fresca e pulita.
Ogni cupcake era un sorriso, per lei e per gli altri; ogni torta una gioia e una grande soddisfazione.
Il tempo in cucina tra zucchero e farina volava e le regalava momenti di assoluta serenità.

Martina capì che forse aveva trovato il tu-sai-cosa di cui parlava l’anziana signora e capì anche che a volte bisogna percorrere la strada sbagliata per capire qual è quella giusta.

P.S.: Al momento a Martina mancano le ultime 4 3 2 1 battaglie. l’ultima battaglia: la tesi.

Nonostante tutto, è decisa a combattere con tenacia e forza per poter finalmente lasciare il Castello, perché solo allora si potrà dedicare con tutta sé stessa alla sua unica, vera, grande, DOLCE passione.

E’ stata vista proprio ieri mentre andava in biblioteca, in sella al suo destriero metallizzato e con uno zaino colorato pieno di libri.
Nei suoi occhi c’era preoccupazione ma anche una luce verde di speranza.
(o forse chissà, forse era solo il riflesso delle ciocche dei suoi capelli!)

Ok.

Sortilegio spezzato.

(Avrete notato che il tema della magia per me è da sempre piuttosto ricorrente.)

Ora posso riprendere a scrivere anche qui.

Quindi… a presto,

Smartie

(screenshot ricordo)